sabato 9 aprile 2011

Il dialogo ermeneutico


"Il dialogo ermeneutico" riflessioni di Pio Scilligo su Gadamer tratto da: Pio Scilligo (2006) "Tra Empirismo e Ermeneutica in Psicologia" Psicologia Psicoterapia e Salute,12,1,1-29.

"L'ampliamento di orizzonti richiede un dialogo ermeneutico che consiste in un processo nel quale si cerca di dare senso ai significati, alle interpretazioni, agli impegni propri e degli altri quando differiscono dai propri. La comprensione genuina si avrà nella fusione degli orizzonti.

Il primo passo nel dialogo ermeneutico è quello di comprendere i significati sottesi dalle prospettive delle persone in dialogo. E’ un gioco circolare tra apertura e applicazione.

La fase iniziale dell'apertura (Gadamer, 1975) si fonda sul presupposto che nessuno ha un vantaggio di verità e che l'altro potrebbe avere qualcosa di importante da comunicarci. L'apertura genuina implica garantire all'altro momentanea autorità di sfidare le convinzioni e i pregiudizi del partner in dialogo (Warkne, 1987, p. 167), nel tentativo di arrivare a capire come l'interlocutore possa avere le sue convinzioni e vivere il suo modo di vedere la vita come vero e pieno di significato. La fusione avviene quando si è in grado di prendere una posizione di rispettosa apertura all'altro, quando concediamo all'altro l'autorità di mettere in discussione i nostri assunti e i nostri valori più profondi. Secondo Gadamer questo è il modo più autentico di metterci in relazione con l’altro.

La seconda fase del dialogo, l'applicazione, implica sottoporre a prova in modo critico le intuizioni e i punti di vista emersi dall'apertura, per vedere se offrono una visione migliore per la situazione attuale e per le nuove circostanze e possibili nuove sfide: quanto viene appreso viene sempre modificato dalle proprie circostanze concrete e dal proprio contesto storico, non accettato criticamente.

Ci sono dei rischi nell'uso dell'apertura e dell'applicazione. Il rischio principale dell'apertura è il conservatorismo (Warnke, 1987) che implica un'adesione cieca all'autorità e la razionalizzazione dello status quo. Un rimedio a tale non autentica razionalizzazione è un'ulteriore applicazione delle nuove scoperte alla propria situazione storica. Il rischio principale dell'applicazione è l'interpretazione opportunistica degli eventi e dei principi in modo egoisticamente autoreferenziale. Il rimedio a tale tendenza arbitraria è nuovamente una ulteriore, spesso dolorosa, apertura alle sfide degli altri in un processo nel quale l'iniziativa creativa e l'informazione conoscitiva continuano la loro danza. Gadamer (1981) ritiene che questo processo continuo di botta e risposta contraddistingua non solo la comprensione dei testi e di altre forme di discorso, ma caratterizzi anche il gioco dello svolgersi della tradizione. Secondo il modo di vedere di Gadamer, siamo sempre impegnati in un continuo dialogo tra le significative e storiche pre-comprensioni in cui siamo immersi e la continua verifica degli assunti alla luce di cosa i testi e gli interlocutori hanno da dire. L'essere umano si trova in un dialogo ininterrotto, nel quale le voci del passato sono criticamente ascoltate per trovare la verità applicabile al presente. In questo modo l'orizzonte e le domande che facciamo sono costantemente trasformati attraverso il dialogo in atto (Gadamer, 1981, p. 232)".