giovedì 23 marzo 2017

C'è davvero un legame tra l'avere un gatto e la malattia mentale? Finalmente una nuova ricerca dimostra: probabilmente NO.



Nel corso degli ultimi anni, i gatti hanno sempre attirato l'attenzione dei media a causa di una serie di studi scientifici che riportano che l’infezione da Toxoplasma gondii (T. gondii) sia collegata con problemi di salute mentale, tra cui la schizofrenia, il suicidio e il disturbo esplosivo intermittente. Dal momento che i gatti sono gli unici animali domestici che possono essere ospiti definitivi del parassita T. gondii - ovvero l’organismo dei gatti fornisce un ambiente all'interno del quale questo parassita si può riprodurre – si è spesso ipotizzato che l’avere un gatto a casa possa mettere le persone a maggior rischio di malattia mentale, a causa di una maggiore esposizione.
Tuttavia, solo pochissimi piccoli studi hanno trovato prove a sostegno di un legame tra possedere un gatto e disturbi psicotici, come la schizofrenia. E la maggior parte di queste ricerche hanno gravi limitazioni. Per esempio, essi si basano su piccoli campioni, non specificano come sono stati selezionati i partecipanti, e non descrivono adeguatamente la presenza di dati mancanti e le spiegazioni alternative. Questo spesso può portare a risultati che nascono dal caso o sono di parte.
Per affrontare queste limitazioni, abbiamo condotto uno studio utilizzando i dati di circa 5.000 bambini che, tra il 1991 e il 1992, presero parte ad un importante studio longitudinale di genitori e bambini chiamato ufficialmente Avon Longitudinal Study of Parents and Children. Da allora, questi bambini e le loro famiglie sono state seguite allo scopo di raccogliere informazioni sulla loro salute, nonché sulle loro condizioni demografiche, sociali ed economiche.

Quindi, a differenza di studi precedenti, siamo stati in grado di seguire le persone nel corso del tempo, dalla nascita alla tarda adolescenza, e affrontare una serie di limitazioni delle ricerche precedenti, tra cui il controllo per spiegazioni alternative (quali il reddito, occupazione, etnia, altri proprietari dell'animale domestico e sovraffollamento) e abbiamo tenuto conto dei dati mancanti.

Abbiamo studiato se le madri che possedevano un gatto durante la gravidanza; quando il bambino aveva quattro anni; e 10 anni, avessero una maggiore probabilità di avere figli che, ai 13 anni e ai 18 anni di età, riferissero sintomi psicotici come paranoia o allucinazioni. Anche se la maggior parte delle persone che soffrono di sintomi psicotici durante l'adolescenza non sviluppano disturbi psicotici nel corso della vita, questi sintomi spesso indicano un aumento del rischio di tali disturbi e altre malattie mentali, compresa la depressione.

E DUNQUE I GATTI SONO DAVVERO RESPONSABILI DI ALCUNE MALATTIE MENTALI? PROBABILMENTE NO.


Abbiamo scoperto che i bambini che sono nati e cresciuti in famiglie in cui erano presenti gatti in un qualsiasi periodo di tempo - cioè, tra la gravidanza, l’infanzia precoce e tardiva - non erano a più alto rischio di avere sintomi psicotici all’età di 13 o 18 anni. Questa scoperta, ricavata da un ampio campione rappresentativo, non è cambiata quando abbiamo usato tecniche statistiche per tenere conto dei dati mancanti e le spiegazioni alternative. Ciò significa che è improbabile che i nostri risultati abbiano una spiegazione dovuta al caso o siano polarizzati.

Anche se questo risultato è rassicurante, non vi sono, invece, prove che collegano l'esposizione a T. gondii in gravidanza al rischio di problemi di aborto spontaneo e di nati-morti, o di salute del bambino. Nel nostro studio, non siamo riusciti a misurare direttamente l'esposizione a T. gondii, quindi le donne incinte - si consiglia - dovrebbero continuare ad evitare la manipolazione di lettiere per gatti sporche [oppure usando guanti n.d.r.] e altre fonti di infezione da T. gondii, come carni crude o poco cotte, o frutta e verdura non lavata . Detto questo, i dati dal nostro studio suggeriscono che possedere un gatto durante la gravidanza o nella prima infanzia non rappresenta un rischio diretto per la prole allo sviluppo di sintomi psicotici nella vita.

Tradotto e adattato da: the conversation


Nella foto mamma Lial, il piccolo Sean e la gatta Panda, che per nove mesi ha dormito sulla pancia della donna e che ora protegge il neonato.

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